Incontro con le ONG di carattere educativo

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Il 13 dicembre 2017 presso la Congregazione si è tenuto l’incontro con i rappresentanti delle Associazioni ed Organizzazioni Internazionali per le Scuole e le Università Cattoliche. Lo scopo di quest’incontro era basato su un proficuo scambio di idee nell’ottica di un lavoro in rete in cui – ognuno secondo le proprie modalità – ha potuto contribuire all’obiettivo condiviso del bene comune dell’educazione, integrando idee innovative e azioni concrete. Le Organizzazioni che erano presenti hanno dietro le spalle una storia ricca di traguardi. In molti casi hanno collaborato attivamente con le Nazioni Unite a redigere non solo protocolli d’intesa ma ad elaborare documenti fondamentali – come nel caso della Dichiarazione dei diritti del fanciullo – che sono stati una pietra miliare nello sviluppo dei diritti umani e nell’armonizzazione delle legislazioni nazionali a difesa dell’infanzia e del suo inviolabile diritto all’istruzione.

Dopo il saluto introduttivo del Prefetto, Cardinale Versaldi, il Segretario della Congregazione, S.E.R. Mons. Zani, ha presentato il quadro generale delle istituzioni educative cattoliche nel mondo. Mettendo a confronto i dati forniti dall’Annuarium statisticum Ecclesiae del 2011 con quelli del 2014, risulta che in totale, a livello mondiale, in questi tre anni le scuole cattoliche sono aumentate di 6.532 unità. Oggi sono 216.202. L’aumento più consistente si vede in Africa, con + 7.844 scuole. Si registra, invece, un certo calo nelle Americhe con - 2.547 scuole (di cui – 645 in America del Nord e – 1.902 in America Centrale e America del Sud) e un lieve calo in Europa (-114).

Per quanto riguarda il numero di studenti, è passato da 57.612.936 a 60.321.418, con un aumento in tre anni di 2.708.482. L’aumento più significativo si è verificato in Africa, con + 2.248.538 studenti, mentre l’unica flessione si registra in Asia (con -113.106).

Per quanto concerne le università cattoliche oggi ci sono oltre 1.100 università cattoliche e altre 230 istituzioni di studi superiori, distribuite in tutto il mondo. I dati sono imprecisi per difetto in quanto le università cattoliche fanno riferimento ai vescovi locali e alle Conferenze Episcopali e non sempre il Dicastero viene aggiornato. Le università cattoliche hanno come riferimento canonico la Costituzione Apostolica Ex corde Ecclesiae (del 1990).

Per quanto riguarda le Facoltà e istituti di studi ecclesiastici, ci sono oltre 150 facoltà di Teologia, 49 di Filosofia, 32 di Diritto canonico, 45 facoltà di altri indirizzi di studio. Oltre alle facoltà, esistono 350 Istituti affiliati, 25 aggregati e 12 incorporati; tutti questi sono sotto la responsabilità delle varie facoltà ecclesiastiche. Alle facoltà di teologia sono poi collegati molti ISSR. Gli studi ecclesiastici sono regolati dalla Costituzione Apostolica Sapientia christiana (del 1979).

Secondo il Segretario, l’impegno della Congregazione per l’Educazione Cattolica, oltre a sostenere le istituzioni educative in ambito ecclesiale, è volto anche a collaborare con gli organismi  internazionali, in collaborazione con la Seconda Sezione della Segreteria di Stato, e in particolare questo avviene con l’UNESCO che, nel vertice di Incheon (Corea del Sud), ha varato il piano “Educazione 2030” per una nuova visione dell’educazione. Tra gli obiettivi di questo progetto vi sono: l’impegno ad allargare sempre di più l’accesso all’educazione per coloro che ne sono esclusi; garantire l’inclusione e l’equità per sconfiggere le varie forme di marginalità; assicurare la qualità dell’insegnamento per migliorare l’apprendimento; promuovere forme di apprendimento lungo tutta la vita, ecc. La Santa Sede è chiamata ogni anno ad inviare un Rapporto sul lavoro compiuto nelle proprie istituzioni.

Diverse organizzazioni internazionali si stanno interrogando sulle linee del progetto dell’UNESCO per il 2030, e tra questa anche l’OCSE, che lo fa dal punto di vista dell’economia, della cooperazione e sviluppo, cioè secondo un’ottica funzionale all’occupazione e quindi economicistica; tuttavia offre spunti interessanti per ogni osservatore che guarda al futuro e quindi anche per le Associazioni ed Organizzazioni Internazionali per le Scuole e le Università Cattoliche.

L’OCSE, interrogandosi su quali abilità professionali si devono richiedere ai giovani del XXI secolo, nota che i sistemi educativi attuali sono inadeguati a confrontarsi con un quadro di riferimento totalmente mutato, caratterizzato da un’esplosione di esigenze e di conoscenze scientifiche e da problemi sociali molto complessi. Occorrono, per il campo educativo, modelli concettuali e un quadro di riferimento più aperti e dinamici e un sistema di conoscenze che facciano da bussola per l’apprendimento, onde aiutare i giovani a navigare attraverso le proprie vite ed il proprio mondo. In altri termini, l’istruzione deve preparare i giovani ad impegnarsi nel mondo, agire in esso e modellarlo per il meglio assumendo un approccio attivo.

Il piano di OCSE per il 2030, chiamato Learning Framework, solleva una questione fondamentale, ha sottolineato Mons. Zani: cosa dovrebbero fare i paesi per preparare le persone a comprendere un mondo che cambia, ad impegnarsi in esso e a modellarlo.

Invece, il Prefetto della Congregazione, Card. Giuseppe Versaldi, nel Suo benvenuto ai rappresentanti radunati ha offerto alcuni spunti per un lavoro in rete tra le associazioni stesse, con la comunità ecclesiale e collaborazioni con altre istituzioni.

Le associazioni presenti, ha ribadito, sono nate dall’appartenenza alla comunità ecclesiale e che hanno accumulato esperienze di impegno sia a livello locale che internazionale come anche di un lavoro quotidiano che si fonda su un rapporto diretto con le istituzioni scolastiche e universitarie, con le persone e con il territorio. Quindi, il Prefetto ha ricordato che se ogni iniziativa è per sé importante e stimola ulteriori interventi, non deve essere accantonata quella linfa vitale da cui tutte le organizzazioni educative cattoliche hanno avuto origine. Il costante richiamo agli insegnamenti evangelici è necessario per non esaurirsi nel “fare” vuoto e spersonalizzato. Importante è mettere al centro l’adesione alla missione della Chiesa nonché la promozione del suo messaggio al fine di farlo arrivare nei diversi contesti sociali e professionali.

Invece, nell’ottica della sussidiarietà, ha detto il Prefetto, è fortemente auspicata la stretta collaborazione non solo con la Chiesa universale ma anche con le parrocchie, gli ordini religiosi, i movimenti ecclesiali, le diocesi, le conferenze episcopali e le altre organizzazioni internazionali cattoliche. Il riconoscimento presso la Santa Sede non deve essere uno specchio per le allodole. E’ bene non dimenticare che esso ha nella condivisione di un comune progetto e nella volontà di mutua cooperazione tra le organizzazioni stesse il suo fine ultimo.

Il Santo Padre non si limita a indicare le possibili vie ma ci sprona a non temere il rischio, avendo il coraggio di andare verso tutte le periferie per portare la luce della speranza cristiana non solo nei luoghi di violenza, di povertà e di ingiustizia ma anche in quelle situazioni di disagio esistenziale e morale che tanto segnano la vita di molte persone.

Il Cardinale ha concluso dicendo che questo incontro è uno sprone a guardare avanti con fiducia, essendo coscienti che – pur tra difficoltà e impedimenti – la missione che portano avanti le associazioni è stata e continua ad essere una fonte di ricchezza per la Chiesa e che la vitalità non perda lo smalto iniziale e sia capace di interagire positivamente con i cambiamenti epocali a cui andiamo incontro e sia pronta a rispondere alle nuove sfide con speranza e ottimismo. 

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